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Crescere bambini femministi

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Mostrinnamorati San Valentino
1 Feb

Crescere bambini femministi

Cos’è il femminismo e quali sono i valori di questo movimento

Iniziamo subito con il dire che il Femminismo è un Movimento politico e sociale con chiari principi che vengono spesso fraintesi e chiamati erroneamente in causa per criticare atteggiamenti che non hanno nulla a che vedere con il femminismo.

Trovo molto utile, allora, definire con esattezza il Femminismo, così da evitare fraintendimenti. Citando il dizionario dell’Oxford Languages: “Storicamente, il movimento diretto a conquistare per la donna la parità dei diritti nei rapporti civili, economici, giuridici, politici e sociali rispetto all’uomo: le prime manifestazioni del f. risalgono al tardo Illuminismo e alla Rivoluzione francese; estens., il movimento, ampio e articolato, che tende a porre l’accento sull’antagonismo donna/uomo, nel sociale come nel privato, e a realizzare una profonda trasformazione culturale e politica, riscoprendo valori e ruoli femminili in senso antitradizionale”. Nel specifico, esiste il Manifesto di Rivolta Femminile, apparso sui muri di Roma nel luglio del 1970, basato su un testo elaborato da Carla Lonzi, Carla Accardi ed Elvira Banotti che spiega esattamente quali siano i punti saldi del Movimento.

Spesso leggo critiche molto imprecise: “le femministe odiano gli uomini, le femministe credono nella superiorità della donna, le nazifemministe sono zitelle arrabbiate, sono estremiste, sono fissate, aggressive”, ecc… Fondamentalmente chi si esprime in questi termini non conosce affatto il femminismo e confonde altri atteggiamenti con esso. Fatta questa premessa, mi preme affermare che la lotta del femminismo mira a migliorare la qualità di vita delle donne quanto degli uomini, anch’essi vittima degli stereotipi di genere imposti dal patriarcato.

Ora che abbiamo fatto chiarezza sugli intenti del femminismo, come possiamo portare questo valore nell’educazione dei nostri figli?

Crescere un figlio/una figlia femminista significa, molto semplicemente, evitare di educarlo sulla base di vecchi stereotipi di genere, ormai superati: “una femmina deve essere calma e gentile, un maschio non deve piangere” sono pensieri che non dovrebbero più trovar spazio nell’educazione dei bambini. L’idea che ci siano colori, attività, interessi e giochi adatti più ad un bambino che a una bambina è stata sfatata dagli studi di pedagologi e pediatri. Se volgiamo che la società si evolva secondo criteri di maggior giustizia ed equità bisogna cominciare a crescere bambini che non vedano disparità di ruoli tra maschi e femmine, a cominciare dall’esempio in casa: non ci sono lavori riservati alla mamma né compiti riservati esclusivamente al papà.

 

Dovremmo fare un lavoro un po’ sostanzioso sui figli maschi

Inutile negare che se davvero vogliamo crescere figli più consapevoli e rispettosi della diversità dobbiamo fare uno sforzo più consistente nel crescere i bambini, perché è indubbio che certe forme di violenza e prevaricazione riguardano più gli uomini che le donne (è statistica e cronaca, purtroppo, non una mia personale opinione). Allora stabiliamo alcuni punti focali sui quali concentrarsi con i figli maschi:

Permettete loro di essere vulnerabili e di piangere. Sembra un consiglio banale, ma spesso ai maschi si richiede più “ruvidità” che alle femmine.

Insegnate loro ad essere più autonomi soprattutto nella cura di loro stessi, dell’igiene e delle loro cose, cosa che di solito si richiede, erroneamente, più alle femmine.

Date loro il buon esempio in famiglia, mostrando loro che mamma e papà si alternano nei ruoli e nelle attività con molta naturalezza.

Lasciateli esprimer liberamente nelle loro particolarità: amano ballare piuttosto che giocare a calcio? Sosteneteli e non sminuiteli.

Insegnate loro ad avere rispetto per il prossimo, incoraggiandoli ad essere più compassionevoli e non lodando comportamenti “da bullo” verso chi è più debole o sensibile o verso le bambine.

Fate loro notare quando uno dei principi precedenti non vengono rispettati dagli altri, bambini o adulti che siano: avranno esempi concreti di comportamenti sbagliati e impareranno a distinguere il giusto atteggiamento da quello sbagliato.

Date loro piccoli compiti casalinghi da svolgere in famiglia: preparare la tavola, rifare il letto, ecc…

Evitate di utilizzare alcune frasi dispregiative, come: “è roba da femmine”, “un maschio non fa così” ed evitate anche con il prossimo battute sessiste.

Mettete sempre in chiaro che un NO è un NO e insegnate loro a superare la frustrazione di un diniego. Impareranno così a rispettare il NO del prossimo.

 

declutterin bambini scatole

E alle bambine cosa insegnano?

Eliminate frasi come “ti ha fatto male perché gli piaci: mai associare un concetto di violenza e aggressività all’amore e all’affetto!

Non forzatele a compiacere il prossimo, imponendo alla bambina di essere gentile, educata e calma a prescindere. Potrebbe non avere la forza, poi, di ribellarsi a un comportamento scorretto.

Non vestitele solo da “principesse”, ma diamo loro alternative di vestiario sia in termini di comodità che di colori.

Fate attenzione ai libri e ai film che proponete loro, variegate la scelta preferendo testi che esaltino i ruoli femminili e propongano figure di donne forti e indipendenti e non principesse che aspettano di essere salvate.

Offrite loro attività extrascolastiche alternative che non siano prettamente “femminili” o frequentate solo da bambine. Questo non significa escludere tali attività, ma offrire un’alternativa ad esse.

Anche coinvolgere il bambino nella consegna dei giochi da regalare è una buona pratica e lo aiuterà a capire che la sua rinuncia avrà fatto gioire altri bambini.

Stabilite delle regole affinché l’accumulo non si ripresenti: quali giochi e libri comprare e quando farlo. Una buona regola è il “dentro uno e fuori uno”: per ogni nuovo gioco o libro che entra ne deve uscire uno.

Ricordate anche che il decluttering rappresenta un bel momento da passare assieme ai vostri bambini. Potete ricordare i bei momenti legati agli oggetti, alla loro storia, alla persona che li ha regalati.

 

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